Spesso incontro persone che dicono di amare le fotografie realizzate spontaneamente, cogliendo semplicemente l'attimo di una situazione e senza l'uso del computer per modificare o migliorare; spesso nei nostri colloqui sottolineano questo pensiero dandone un'unica ragione: rafforzare le proprie immagini.
Io penso che si dica tutto e niente, perchè è indubbio che la spontaneità catturata in alcuni frangenti dia "forza", ma bisogna fare attenzione a non rendere questo un gesto tecnico a cui non si può prescindere.
Ci sono fotografi (anche molto famosi) che hanno realizzato enormi quantità di fotografie di questo genere, come invece, altri ne hanno realizzate in modo completamente opposto.
Ne l'uno ne l'altro hanno ragione o torto, oppure uno meglio dell'altro, è solo una questione di scelta, come nella pittura oggi abbiamo un periodo Rosa e domani chissà un periodo azzurro (Pablo Picasso), oppure semplicemente perchè vogliamo sviluppare un concetto, come appunto può essere la "fotografia spontanea", per propria ricerca personale, per una mostra oppure per dare un'impronta al proprio stile.
Tra le "foto sopontanee" più conosciute vi sono quelle di reportage, tra cui io credo, le più famose sono quelle di reportage di guerra (e che sicuramente catturano la nostra attenzione), ma le belle foto di militari che sparano spesso sono finte, perchè sarebbe impossibile ritrarre un soldato che spara nella nostra direzione, poichè vorrebbe dire che la nostra posizione si troverebbe tra il fuoco amico e i nemici veri e propri: impossibile. Quando c'è battaglia i fotografi sono tutti dietro le linee, non davanti.
Queste immagini sono ricreate ad arte, ma per questo non meno belle, non meno forti, è pur sempre guerra; come in un film, ci spaventiamo, piangiamo oppure ridiamo, eppure è tutto costruito secondo un progetto una sceneggiatura.
Anche nella fotografia vi può essere un lay-out, un'idea o un progetto, e le immagini che ne risultano sono anche loro belle, con una loro logica... di finzione.
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