venerdì 12 ottobre 2007

Proibito fotografare bimbi in lacrime!

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Molte polemiche per la serie fotografica End Times dell'artista canadese Jill Greenberg recentemente in mostra a Los Angeles alla galleria Paul Kopeikin, intitolata: bimbi in lacrime.
La fotografa Jill Greenberg ritrae bambini di età inferiore a tre anni in lacrime dopo aver provocato in loro sensazioni di disagio emotivo, rabbia e collera.
Forti reazioni da tutto il mondo (e blogger) che chiedono l'arresto della fotografa, accusata di abuso su minori.
Il pianto dei bambini, filo conduttore del lavoro fotografico, è inteso come metafora "dell'impotenza e la rabbia di fronte all'attuale situazione politica e sociale"… ma le lacrime sono state provocate, ad esempio, con un lecca lecca prima regalato e poi sottratto, seppure sotto lo sguardo attento dei genitori."

La tecnica - si difende lei - è la stessa che viene usata da tutti, media, pubblicità, film e tv", ritenendo completamente assurde e immotivate le denunce di crudeltà che le vengono attribuite. Nel blog del fotografo Thomas Hawk, si legge che la Greenberg "si stia servendo dell'arte per fare qualcosa di orribile alla ricerca di pubblicità".
Nel frattempo sui giornali americani si scatena la discussione se sia eticamente giusto o sbagliato.
Purtroppo in un mondo “artificiale” dove si creano immagini finte solo per ottenere uno scopo, non sono solo i bambini a subire delle crudeltà, ma vi sono gli animali, le modelle stesse nella moda, vi sono persone coinvolte in guerre e tragedie, tutti quanti calpestati dallo scopo di uno stupido scoop, per pubblicità, per soldi…. e si, per soldi, con quale giustificazione i genitori di quei bambini assistevano al servizio fotografico senza intervenire?

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