domenica 11 novembre 2007

Henry Cartier-Bresson

Henry Cartier-Bresson nacque il 22 agosto 1908 a Chanteloup, nelle prossimità di Parigi.
All'età di vent'anni si dedicò alla pittura, frequentando lo studio di Andrè Lhote, i caffè di Parigi, e partecipando alle discussioni dei surrealisti che incoraggiavano artisti e scrittori a ricercare il significato intimo delle cose nascosto sotto la superficie della vita quotidiana. Dal 1931 si applicò alla fotografia, nel 1932 acquistò la sua Leica, una macchina piccola, precisa, sensibile e maneggevole.
Tra il '32 e il '34 scattò in Francia, Spagna, Italia e Messico alcune delle sue foto più note, rivelando la sua grande abilità artistica.Nel 1934 espose con Alvarez Bravo in Messico e un anno dopo con Walker Evans a New York.Nel 1936 collaborò con Jean Renoir ai film "La vie est à nous" e "Une partie de campagne", nel 1939 al film "La règle du jeu". Nel 1940 fu catturato dai tedeschi e portato al carcere di Wurttemeberg dal quale fugge nel 1943.Nel 1946 presentò le sue opere in una grande mostra al Museo d'Arte Moderna di New York; le fotografie di Bresson uniscono all'intuito un acuto studio di composizione di forme, luci, volumi, fissando la realtà in un momento decisivo.Nel 1947 fondò l'agenzia "Magnum Photos" con Capa, Rodger, Vandivert e Seymour.Tra il '48 e il '50 si affermò come fotoreporter trascorrendo lunghi periodi in India, Birmania, Pakistan, Cina e Indonesia, dove fu testimone non solo di importanti avvenimenti politici, ma seppe anche cogliere l'atmosfera e la vita di culture lontane e misteriose. Bresson è stato anche un grande ritrattista e ha immortalato alcune delle più note figure del secolo scorso, fotografando tutti con lo stesso sguardo intransigente e la stessa curiosità.
Nel 1952 pubblicò il suo libro più importante: Images à la sauvette, dove sono raccolti alcuni determinanti scritti teorici sul giornalismo fotografico. Nel 1955 il Luovre gli dedicò una mostra di 400 fotografie, ospitata nel Pavillon de Marsan.
A metà anni '60 cominciò a mostrare insoddisfazione nei confronti del suo lavoro fino ad arrivare quasi a distruggere parte della sua opera. Nel '66 abbandonò la Magnum da lui stesso fondata, deluso soprattutto dalla sempre più imperante commercializzazione della fotografia.Successivamente Bresson abbandonò definitivamente la fotografia per riavvicinarsi alla pittura e al disegno.

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