Introduzione e intervista di Dino del Vescovo
Passione e sentimento: in questi due termini si riassume l'impegno fotografico di Monica Silva, docente del Nikon workshop “Il Ritratto nudo e crudo” che si terrà nei mesi di ottobre e novembre, fra Bologna e Roma. Fotografo di San Paolo, Brasile, assimila diverse culture fotografiche trasferendosi già nel 1986 in Europa e vivendo prima a Londra poi in Italia, nelle città di Bologna, Napoli, Milano e Roma.
Non ama parlare troppo di sé, ma la profondità delle risposte e delle considerazioni fatte in occasione del nostro incontro, ha delineato i tratti di una professionista attenta al mondo che la circonda.
Desiderosa di trasmettere agli altri quanto in questi anni ha imparato nel campo della fotografia ritrattistica, attinge al tempo stesso dai suoi allievi spunti ed elementi di confronto, indispensabili a suo dire, per crescere ed affinare la propria tecnica.
Ama la lettura e ritiene che l'immaginazione che in questa ha origine, pagina dopo pagina, sia fonte di ispirazione per le sue fotografie.
Così, da Baricco a Umberto Eco, da Kaled Housseini (Il cacciatore di aquiloni) a Susan Sontag, passando per i libri pop up di cui possiede una vasta collezione, Monica Silva è sempre alla ricerca della natura interiore dei suoi soggetti: «il compito del fotografo ritrattista è fare apparire ciò che il soggetto ha dentro, a prescindere da come, nel momento in cui si scatta, questo si presenta». Viaggiatrice instancabile, ama partire senza meta e con in tasca un biglietto di sola andata. Paragona l'ignoranza alla presunzione di sapere già tutto.
Nikonista ormai da una decade ed esperta utilizzatrice dei flash Nikon, ingredienti fondamentali della sua arte creativa, vanta prestigiosi lavori per personaggi dello spettacolo, in particolare della musica: da Dolcenera a Samuele Bersani, a Sergio Cammariere. Fino alla realizzazione di servizi fotografici per l'Unesco, per il Festival del Cinema di Venezia e per Radio Italia. Sogna infine di fotografare H.R. Giger, creatore di Alien. Visitando il suo sito Internet (monicasilva.it), si ha un'idea delle capacità e dell'esperienza maturata nei suoi settori di applicazione.
Perché hai accettato l'incarico di docente Nikon School? Credi di poter crescere grazie al confronto con gli appassionati che incontrerai durante i corsi?
Il gruppo Nital mi ha invitata a partecipare all'ultimo Photoshow di Roma, lo scorso marzo. Qui ho avuto modo di incontrare e di parlare ai visitatori dello stand, quindi di scoprire quante emozioni tutto ciò possa comunicarti.
Credo che nella vita si debba andare sempre alla ricerca di quei momenti che lasciano il segno, per questo ho accettato l'incarico di docente Nikon School.
Il rapporto con i colleghi e con chi ha voglia di imparare, serve a migliorare se stessi dal punto di vista umano e professionale.
Non voglio però sentirmi una docente in senso stretto, ma piuttosto pormi ai partecipanti del workshop come una persona che ama la fotografia, disposta a trascorre un weekend in cui lo scambio continuo di idee sia al centro di tutto.
Tre aggettivi che ben ti descrivono e due che non ti appartengono.
Sono una persona dal carattere molto forte, generosa e curiosa del mondo circostante. Non sono invidiosa e non sopporto l'ignoranza.
E per ignoranza non intendo tanto il non sapere, quanto la falsa convinzione di conoscere già tutto e la mancanza di rispetto per il lavoro degli altri. Da questo punto di vista, la società attuale mi preoccupa un po'. Interpretata così, l'ignoranza passa oggi più per un pregio che per un difetto. Tutto ciò non mi piace.
Una delle tue specialità è dunque il ritratto. In quale ambito della fotografia, invece, non ti cimenteresti mai?
Non mi riconosco nello Still Life, ritenendolo un lavoro di lunghe attese e volto alla ricerca della perfezione. In pochi riescono a dar vita agli oggetti inanimati e quei fotografi che ci riescono, sono a mio parere autentici maestri. Lascio dunque a loro questo arduo compito.
Cosa pensi debba avere un ritratto per comunicare forti emozioni?
Un ritratto deve in qualche maniera rispecchiare la vera natura della persona. Il fotografo che ha eseguito il servizio, se ha centrato l'obiettivo, deve sentirsi orgoglioso, mentre il soggetto deve compiacersi del fatto di essere stato fotografato.
Tutti i volti sono fotografabili? Credi al concetto di fotogenia?
Quando un amico, o un cliente, mi dice di non essere fotogenico, allora avverto il servizio fotografico come una sfida e mi carico di entusiasmo. Se si interpretano le varie situazioni con questo spirito, tutti i volti diventano fotografabili. Mi è capitato diverse volte di ricevere ringraziamenti da clienti che non avrebbero mai sperato nei risultati ottenuti.
Oltre a ottenere belle fotografie, il mio impegno è volto a trasmettere in chi le osserva la natura interiore del soggetto.
Voglio dire... spesso al mattino ci guardiamo allo specchio, con i capelli arruffati o con la barba incolta, e non ci vediamo belli. Malgrado tutto, dentro di noi sappiamo di essere migliori di come appariamo in quel momento. Ecco, il compito del fotografo ritrattista è fare apparire ciò che si ha dentro, a prescindere da come, nel momento in cui si è scattata la foto, si presentava il soggetto.
C'è da dire però che oggi si cerca disperatamente la bellezza esteriore perché la TV e i giornali ci impongono un certo canone estetico. E questo è un errore.
Studiare la persona, trovare la luce più adatta, prevedere i risultati: sono queste le alchimie capaci di rendere chiunque fotogenico.
Quale pensi sia l'errore più comune nella fotografia ritrattistica? Quanta importanza dai al tipo di illuminazione e al flash? Il pregio principale dei flash Nikon?
L'errore più comune è forse l'utilizzo eccessivo di luci che finiscono per spaventare il soggetto, facendo perdere di significato al ritratto.
Presto quindi molta importanza all'illuminazione: fotografare, d'altronde, significa disegnare con la luce e dunque senza di essa non ci sarebbe foto.
Il flash è importante quando vuoi far risaltare anche gli aspetti più nascosti del ritratto. I flash Nikon sono indispensabili per un ritratto ben riuscito. Grazie al loro ottimo rapporto qualità/prezzo, risultano insostituibili laddove non sia possibile utilizzare luci e riflettori professionali, per mancanza di budget o per il poco tempo a disposizione.
È sempre più frequente che il budget messo a disposizione dei fotografi, dai giornali che commissionano i lavori, sia ridotto. In questi casi i flash Nikon, come l'SB-900, mi permettono di ottenere lo stesso grandi risultati.
Le loro piccole dimensioni inoltre, consentono di posizionarli ovunque. Li uso spesso filtrati con pannelli Lastolite o con pareti bianche e soffitte. Regalano luci morbide e rispecchiano il mio ideale di illuminazione.
Il tuo punto di vista sulle immagini Hi-Key, molto di moda negli ultimi tempi.
Mi piace molto l'Hi-Key. Quattro anni fa ho allestito una mostra presso la Mondadori di Milano che si intitolava appunto “Bodies & Faces on High Key”.
Non lo faccio però per moda, dato che utilizzavo questa tecnica anche quando scattavo in pellicola. Mi piace l'aria eterea che produce. Per metterla bene in pratica, occorre prendere degli accorgimenti, come fotografare persone di pelle molto chiara, utilizzare luci diffuse attraverso bank o luci di riflesso, o ancora scattare in giornate nuvolose per evitare le ombre.
Quanto ami il bianco e nero nella foto ritrattistica?
Poco, pochissimo. Il discorso è delicato. Qualunque foto diventa bella in b&n. Polemica? Non direi. Le immagini in b&n fanno parte della memoria collettiva. Le abbiamo viste nei libri, negli album fotografici dei nonni, appartengono alla storia della fotografia.
Potrei usare un'espressione forte e dire che il b&n, nel ritratto, è “ruffiano”. Ti piace sempre. Con “ruffiano” intendo dire che se uno non ha la pretesa di imitare il bianco e nero di Salgado, allora riesce sempre a tirar fuori un bello scatto.
Ci si può permettere di sbagliare e recuperare poi in laboratorio. Si possono riprendere scatti che se proposti a colori, sarebbero improbabili.
Polemica o no, il bianco e nero può servire nella fotografia ritrattistica per fare venir fuori l'essenza del soggetto. Il colore talvolta distoglie l'attenzione.
Quale personaggio dello spettacolo ti ha dato più soddisfazioni e quale sogni ancora di fotografare?
Il personaggio che mi ha dato tanto in termini di risultati, penso sia Dolcenera. È un'artista molto collaborativa e creativa, il che aiuta, ed è uno di quei personaggi della musica con cui vorrei ancora lavorare. Oggi sarei anche più propositiva, creativamente parlando, nei suoi confronti.
Per quanto riguarda invece l'impatto emotivo, Samuele Bersani è il personaggio che mi ha colpito di più, per la difficoltà che ho riscontrato nel fotografarlo, e per gli stati d'animo che ho colto durante il set. Le sue foto, come la sua persona, sono da leggere in profondità.
Per i lavori futuri, mi piacerebbe fotografare Elisa, autore e cantante eccezionale, e H.R. Giger, il creatore di Alien, per toccare il mondo del cinema, per me fonte di ispirazione.
Da quanto tempo usi prodotti Nikon e perché?
Utilizzo macchine e accessori Nikon da nove anni, perché mi piace il colore dell'incarnato che osservo in ogni loro scatto. E poi perché Nikon è molta vicina ai suoi clienti. Mi sento protetta. Sento che dialogano con me, il che mi fa sentire parte attiva e non soltanto un anonimo acquirente.
Cosa non faresti mai prima di un servizio fotografico?
Cercare in Internet - la lampada di Aladino dei nostri tempi - informazioni su chi mi appresto a fotografare. Amo scoprire le persone nel loro stato puro, senza pregiudizi. Mi piace sentirmi una bambina pronta a scoprire il mondo di chi sta dall'altra parte dell'obiettivo.
Monica, dammi tre motivi per partecipare al tuo workshop.
1. Scoprire innanzitutto la profonda passione che ho per la fotografia e di conseguenza condividerla insieme a me.
2. Trascorrere una giornata tra amici che entreranno poi a far parte di un progetto creativo più ampio, insieme alla modella che incontreremo sul set.
3. Imparare trucchi e segreti necessari a realizzare fotografie sempre più belle.
Fonte: Nital.it
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