Spesso chi si accinge ad acquistare la prima fotocamera digitale si chiede quanti pixel siano necessari per ottenere foto di buona qualità. La risposta dipende da vari fattori, tra cui l'utilizzo delle immagini catturate (per esempio visualizzazione su schermo, stampa a media risoluzione, stampa di alta qualità), le dimensioni di stampa, l'esperienza fotografica e il budget disponibile. Le fotocamere consumer (all'incirca sotto i 1000 euro) hanno un sensore con risoluzione compresa tra 0,3 e tre-quattro megapixel. Se da un lato è vero che più sono numerosi i pixel più è dettagliata l'immagine, non sempre è una buona idea scegliere il modello con più pixel. Ci sono tre motivi: con il numero dei pixel salgono il prezzo, la capacità (e costo) della scheda di memoria necessaria per contenere le foto e il tempo necessario a elaborare l'immagine dopo lo scatto (che limita la frequenza degli scatti). Quindi la scelta migliore non è necessariamente il massimo numero possibile di pixel, ma quello più adatto per le vostre necessità.
Se le foto servono come allegati di posta elettronica, illustrazioni web o visualizzazione sul televisore, persino una fotocamera da 0,3 Mpixel (risoluzione di 640x480 pixel, il vecchio standard VGA) può visualizzare immagini da 7x9 pollici (qualcuno ricorderà i vecchi monitor da 12"). Con un sensore da 2,1 Mpixel si catturano immagini da 1600x1200 pixel, adeguate per riempire lo schermo di un monitor da 21 pollici. Un display ha una risoluzione tipica intorno ai 72-84 pixel per pollice e fornisce immagini relativamente grezze; quando parliamo di stampa, la risoluzione come minimo raddoppia. Se prendiamo 150 dpi (punti per pollice) come standard minimo per stampare foto decenti, è facile calcolare la corrispondenza tra pixel e dimensioni massime: 3x5" con 0,3 Mpixel, 5x7" con 1,2 Mpixel, 8x10" con 2,1 Mpixel e 11x14" con 3,3 Mpixel (un pollice corrisponde a 25,4 mm). Ma la percezione di qualità di una foto stampata dipende anche dalla distanza di osservazione e dalle sue dimensioni. Per un poster di due metri 150 dpi sono adeguati, mentre le belle foto del vostro mensile o settimanale preferito sono stampate probabilmente a 300 dpi. Un'alta risoluzione è necessaria se si dispone di foto di qualità eccellente, prese con la corretta luce, esposizione e messa a fuoco; se la foto non è perfettamente nitida e ha una bassa dinamica di luce e colore, basta una risoluzione più bassa per produrre lo stesso effetto.
Lasciamo la teoria e facciamo un esempio pratico. Quando uscì la Nikon D1X (una reflex professionale con sensore di 5,3 Mpixel) uno dei primi esemplari fu utilizzato da un fotoreporter di Sports Illustrated, che riprese una foto aerea degli US Open di golf, con teleobiettivo, da un elicottero che volava in cerchio al di sopra del solito dirigibile pubblicitario. Quella foto fu pubblicata a doppia pagina con un minimo di correzione elettronica, perché offriva un livello di qualità paragonabile a quello ottenuto con le macchine a pellicola. In quell'occasione si può stimare che la foto avesse una risoluzione intorno ai 200 dpi. Per finire, non si può fare a meno di citare alcuni fattori che condizionano la qualità dell'immagine e quindi la sua utilizzabilità per stampe e ingrandimenti. A parte la bravura ed esperienza del fotografo, c'è la qualità dell'obiettivo (una SLR è molto diversa da una compatta, a parità di pixel), la qualità dell'elettronica e degli algoritmi usati per l'elaborazione del segnale, il livello di compressione usato (la massima qualità si ottiene partendo dal formato Raw: nessuna compressione ed elaborazione dell'immagine e massima dinamica di luce e colore) e la fotoelaborazione via software, per esempio per riequilibrare luce, contrasto e colore.
Un post molto interessante!
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